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Inps, 730 precompilato online 2019: alcune indicazioni

lentepubblica.it • 17 Luglio 2019

inps-730-precompilato-online-2019Inps, 730 precompilato online 2019: utilizzando il servizio online del’Istituto di Previdenza è possibile accedere al 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate.


Inps, 730 precompilato online 2019. L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti una dichiarazione dei redditi precompilata con diversi dati già inseriti: dalle spese sanitarie a quelle universitarie; dalle spese funebri ai premi assicurativi, dai contributi previdenziali ai bonifici per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, e altro ancora.

Chi accetta online il 730 precompilato senza apportare modifiche non dovrà più esibire le ricevute che attestano oneri detraibili e deducibili e non sarà sottoposto a controlli documentali.

Oltre al 730 è disponibile anche il modello Redditi persone fisiche precompilato.

Possibile anche consultare e se necessario correggere la dichiarazione precompilata degli anni precedenti (a partire dal 2016) purché sia stata inviata tramite l’applicazione web. All’interno dell’applicazione un’apposita funzione “cambia anno di dichiarazione” consente di selezionare la dichiarazione di interesse.

La dichiarazione dei redditi precompilata viene elaborata sulla base di diverse informazioni, tra queste anche i dati relativi alle spese dei contribuenti che vengono comunicati dagli operatori della sanità al Sistema Tessera Sanitaria e arrivano, poi, all’Agenzia delle Entrate.

Inps, 730 precompilato online 2019

Dal 2016 il Governo rende disponibile ai contribuenti un 730 precompilato con i dati già noti al Fisco. Il contribuente potrà accettare la dichiarazione così com’è oppure integrarla, trasmettendola autonomamente per via telematica dal sito del’Agenzia delle Entrate oppure tramite CAF e intermediari.

Utilizzando il servizio online INPS è possibile accedere al 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Sono circa 30 milioni i modelli messi online dalle Entrate, tra 730 e Redditi Pf.

Si può accedere dal sito dell’Agenzia con quattro diversi percorsi d’accesso:

  1. Il Pin Fisconline;
  2. L’identità digitale SPID;
  3. Il Pin Inps;
  4. La Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Per maggiori informazioni sulla Tessera Sanitaria e sul PIN potete consultare il nostro approfondimento: PIN Tessera Sanitaria: cos’è, a cosa serve, come ottenerlo.

A questo link la guida alla lettura del Numero della Tessera Sanitaria.

Nel 2018 le Entrate hanno registrato circa un milione di accessi nei primi quattro giorni, di cui 218mila già nelle prime ore: quest’anno la pubblicazione è avvenuta leggermente più tardi che negli anni scorsi, ma è probabile che i modelli scaricati saranno comunque molto numerosi. E’ possibile, fin dal momento in cui è disponibile online il modello precompilato, iniziare a controllare quali informazioni il Fisco ha usato per preparare la dichiarazione precompilata e vedere se tutto combacia.

Il riscontro per sommi capi si può fare dal prospetto informativo inserito in coda al file in formato pdf della dichiarazione, intitolato “Elementi a base della dichiarazione precompilata per l’anno di imposta 2018”. In questa sezione si può vedere, per esempio, se tutti i redditi percepiti da diversi datori di lavoro sono stati conteggiati o se i bonifici per lavori di ristrutturazione sono stati inseriti nella dichiarazione. Dal sito, nella sezione “Dati di sintesi”, si può invece vedere il dettaglio delle spese sanitarie – fino al singolo scontrino farmaceutico – differenziate tra contribuente e familiari a carico.

Correzioni da fare? Dopo il 2 maggio

Se il cittadino si accorge che manca qualcosa o alcune informazioni non sono propriamente esatte, ha la possibilità di sistemare il proprio 730 dal 2 maggio. A partire da questa data si ha la possibilità di correggere (o accettare) e poi inviare il 730, che deve essere spedito entro il 23 luglio.

A cosa si mira

L’obiettivo che il Fisco si è dato per l’anno 2019 è arrivare a 3 milioni di invii “fai da te”. Infatti l’Agenzia delle Entrate punta a ricevere dai cittadini, senza l’intervento intermedio di Caf e commercialisti, il 14% dei 730. Percentuale che equivale a 2,9 milioni di modelli, a cui andranno aggiunti gli invii diretti di Redditi Pf (circa 140mila lo scorso anno). Si tratta di un obiettivo minimo, che si distacca a malapena dai 2,88 milioni del 2018.

Cinque anni fa, alla vigilia del debutto della precompilata, qualcuno ipotizzava di raggiungere i 4,5 milioni di invii fai da te già al termine del triennio di sperimentazione. Il tempo ha dato ragione a chi riteneva che questa cifra fosse troppo ambiziosa. Complice uno scenario in cui si è semplificata la procedura telematica di trasmissione, ma le regole fiscali restano fin troppo confusionarie.

Un altro elemento indicatore del successo del 730 precompilato, è il numero di modelli accettati così com’erano e quindi trasmessi senza modifiche. Più è alto il numero in questione più è evidente la completezza e la qualità dei dati già prontamente caricati dal Fisco. Tra il 2017 e il 2018 è passato da 351mila a 509mila e negli uffici delle Entrate si aspettano un ulteriore miglioramento.

Da dove arrivano i dati

Nei modelli di quest’anno, l’Agenzia delle Entrate ha inserito 960 milioni di dati (nel 2018 erano 925), trasmessi al Fisco da banche, assicurazioni, strutture mediche, datori di lavoro, enti previdenziali, condomìni e altre fonti.

I risultati finora

Grazie al modello precompilato facilmente reperibile online, sono molti di più gli italiani che adesso utilizzano il modello 730. Infatti si è osservato che, nell’intervallo di tempo compreso tra il 2015 e il 2018, 1,5 milioni di contribuenti in più hanno scelto di utilizzare il modello che consente di avere i rimborsi fiscali a luglio in busta paga.

Malgrado le intenzioni siano quelle di creare un 730 precompilato che i cittadini siano in grado di inviare da soli, si è notato che a partire dal 2016 è tornato in aumento il numero dei 730 trasmessi dagli intermediari, ovvero da parte di Caf e commercialisti.

A proposito di CAF

Coloro che negli anni precedenti si sono rivolti ad un CAF per la trasmissione della propria dichiarazione dei redditi, e quest’anno intendono usufruire degli stessi servizi, devono compilare una delega e consegnargliela affinché il proprio Centro di Assistenza Fiscale possa accedere al modello precompilato online.

Documentazione necessaria

Benchè il modello 730 sia precompilato, per effettuare la dichiarazione dei redditi servono i seguenti documenti:

  • Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico;
  • Fatture, ricevute, scontrini di farmaci da banco, che attestino le spese sanitarie sostenute per le quali è prevista detrazione Irpef al 19%;
  • Altra documentazione necessaria per il riconoscimento delle spese deducibili o detraibili;
  • Ricevuta dei bonifici attraverso i quali sono state pagate opere di ristrutturazione, quietanze di pagamento degli oneri di urbanizzazione, attestati di versamento delle ritenute sui compensi dei professionisti, quietanza rilasciata dal condominio;
  • Attestati di versamento di acconti d’imposta del contribuente;
  • Ultima dichiarazione presentata, se con eccedenza d’imposta.

La documentazione va conservata per accertamenti fino al 31 dicembre del quarto anno successivo alla presentazione.

Casi particolari

Può rivelarsi necessario presentare il Modello Redditi (ex Unico): questo vale, ad esempio, per coloro che possiedono anche redditi di impresa e derivanti dall’esercizio di arti o professioni. Scatta invece l’esonero dalla dichiarazione dei redditi per coloro che possiedono esclusivamente i redditi da:

  • Abitazione principale;
  • Lavoro dipendente o pensione;
  • Lavoro dipendente o pensione con abitazione principale;
  • Rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • Alcuni redditi esenti (ad esempio, pensioni di guerra, alcune borse di studio, ecc…).

Oppure possiedono esclusivamente redditi soggetti a:

  • Imposta sostitutiva
  • Ritenuta alla fonte a titolo di imposta.

In tutti i casi indicati, l’esenzione scatta alle seguenti condizioni:

  • Redditi corrisposti da un unico sostituto d’imposta obbligato ad effettuare le ritenute di acconto oppure corrisposti da più sostituti, purché certificati dall’ultimo che ha effettuato il conguaglio;
  • Le detrazioni per coniuge e familiari a carico sono spettanti e non sono dovute le addizionali regionale e comunale

L’esenzione può scattare anche per motivi di minimo reddituale per tutti coloro che possiedono esclusivamente determinati redditi, entro specifiche soglie, e sempre solo a particolari condizioni.

A chi è rivolto

Il Modello 730 è il modulo fiscale da compilare per la dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e pensionati, allo scopo di provvedere al versamento o al rimborso delle imposte a credito. Per maggiori informazioni sui soggetti destinatari del servizio, le modalità di utilizzo e altri dettagli si rimanda a quanto pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Come funziona

Eseguita l’autenticazione, il sistema di accesso INPS reindirizza l’utente all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate per la fruizione del servizio online “730 precompilato”.

L’autenticazione per l’accesso ai servizi online sul sito Inps può avvenire attraverso codice fiscale e codice Pin rilasciato dall’Inps oppure con un’identità SPID o una Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

A partire dal 2019, dal 9 marzo di ciascun anno successivo al periodo d’imposta di riferimento, per permettere la preparazione dei modelli precompilati, 730 e Redditi, il Sistema mette a disposizione dell’Agenzia delle entrate i dati relativi a:

  • spese sanitarie sostenute nel periodo d’imposta precedente;
  • rimborsi effettuati nell’anno precedente per prestazioni non erogate o parzialmente erogate, specificando la data nella quale sono stati versati i corrispettivi delle prestazioni non fruite.

Ricordiamo che sulle Dichiarazioni Fiscali 2019, ci sarà la proroga dei termini che arriverà con il Decreto Crescita. Modifiche in vista per il calendario fiscale. Maggiori informazioni a questo articolo.

Gli emendamenti al decreto crescita, non appena sarà convertito in legge, cambieranno alcuni termini previsti.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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